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Il Diversity Management può essere la chiave vincente per superare la crisi Covid? 

L’evoluzione della società e del lavoro

Di pari passo con l’evoluzione della società, anche il mondo del lavoro ha subito una forte trasformazione, arrivando inevitabilmente a confrontarsi con una forza lavoro sempre più diversificata ed eterogenea. Sappiamo, infatti, che nell’arco di un secolo la popolazione lavoratrice è profondamente mutata: pensiamo ad esempio all’ingresso delle donne nei luoghi produttivi, all’impiego della forza lavoro migrante sempre più numerosa grazie all’aumentare dei flussi migratori e l’affermarsi di un sistema mondiale globalizzato, all’invecchiamento generale della popolazione nei paesi occidentali che vede impiegati allo stesso tempo giovanissimi e senior. L’emersione delle soggettività LGBT*+ e delle persone disabili, grazie alle lotte per il riconoscimento dei diritti e le conseguenti normative su pari opportunità ed inclusione, ha inoltre portato ad un’ulteriore eterogeneità nei contesti produttivi. 

 

Le aziende davanti al bivio

La risposta delle aziende è stata orientata tra due possibili scelte: rimanere ancorate ad assetti tradizionali e a modalità di gestione delle risorse umane cristallizzate su posizioni antiquate, non più aderenti alla realtà circostante; o ripensare il proprio assetto organizzativo, accogliere le pluralità e le differenze emergenti al fine di utilizzarle e trarne valore. Se da un lato la chiusura su se stessi ha portato ad una penalizzazione controproducente per l’azienda stessa, dall’altro la valorizzazione delle differenze e dell’unicità delle singole risorse ha significato un miglioramento qualitativo delle prestazioni dei e delle proprie dipendenti, e dunque un miglioramento delle stesse performance aziendali. 

 

L’emersione delle differenze

La gestione inclusiva delle diversità ha dunque permesso il passaggio da un contesto generalmente omogeneo all’emersione di profili differenti tra loro, non solo per aspetti specifici quali genere, età, provenienza geografica, abilità fisiche e così via, ma anche per capacità e competenze, talenti ed esigenze. Gestire in maniera integrata questa pluralità è diventato un nuovo e potenziale punto di forza delle organizzazioni, in grado di rafforzare la produttività e il senso di appartenenza di collaboratori e risorse umane al fine di aumentare il benessere dell’organizzazione nel suo stesso ecosistema. 

 

I benefici del Diversity Management

Non a caso, possiamo citare alcuni dei molti dei vantaggi apportati dal Diversity Management, comprovati dalle buone pratiche di molte aziende: il benessere psicologico dei e delle dipendenti, fondamentale per il buon andamento dell’organizzazione; il rafforzamento della soddisfazione personale e miglioramento della performance individuale, essenziali per l’aumento della produttività generale; la riduzione di un clima conflittuale e l’aumento della collaborazione tra colleghi, la fidelizzazione dei dipendenti all’azienda, la riduzione di assenteismo e turnover. Infine, ma non meno importante, l’influenza positiva sulla percezione esterna e interna della reputation aziendale.

 

Pensando ai tempi d’oggi, sorge spontanea una domanda: può il Diversity Management essere considerato la chiave vincente per superare la crisi Covid? 

 

La crisi Covid: si può rinascere?

Negli ultimi mesi abbiamo fatto e stiamo facendo esperienza sulle nostre stesse esistenze, lavorative e personali, degli effetti della crisi conseguente al lockdown. Molte aziende, istituzioni e organizzazioni sono state obbligate a confrontarsi con una necessaria trasformazione dei processi lavorativi per veder garantita la propria sopravvivenza: l’implementazione dello Smart Working ne è un esempio evidente. Per tutti i contesti organizzativi sopravvissuti all’impatto della crisi è ora in gioco il proprio futuro, dall’orizzonte incerto e sconosciuto. Di fronte ad un contesto tanto mutato, è più conveniente irrigidirsi sui propri assetti tradizionali o è necessario intraprendere una trasformazione? Se le condizioni generali del mercato circostante sono cambiate ed evidenziano forti difficoltà, la disoccupazione è in crescita, le possibilità economiche ridotte, un’azienda come può affrontare un cambiamento positivo? Dove sarà possibile trovare le risorse necessarie per generare innovazione e crescita?

 

Le Persone sono il DNA di un’azienda

Ripartire dalla natura sociale e relazionale delle persone, dalla rilevanza che motivazioni personali, riconoscimento e contesto di riferimento rivestono al fine della produttività lavorativa potrebbe rappresentare il primo passo in questa direzione. A dirlo sembra scontato, ma la produttività è strettamente legata all’atteggiamento che si assume nei confronti del lavoro: poter condividere idee, proposte e stati d’animo, essere ascoltati e compresi è assolutamente indispensabile affinché cresca la motivazione a far bene il proprio lavoro; fare parte di un ecosistema aziendale inclusivo permette alle risorse di sentirsi una componente di un sistema unico, di contribuire in prima persona all’avanzamento di un progetto o al raggiungimento di obiettivi specifici, a prescindere dalle differenze che caratterizzano i singoli nelle proprie unicità. Esattamente come i nuclei che compongono la catena del DNA che, diversi tra loro, portano le informazioni necessarie per creare insieme un sistema unico e perfetto.

 

Il Diversity management per modellare la struttura organizzativa

Fare leva sulla motivazione, valorizzare i talenti e le competenze, riuscire a leggere le esigenze e le qualità delle singole risorse al fine di creare sistemi relazionali e gruppi di lavoro affini, scavalcare stereotipi e pregiudizi stigmatizzanti significa avere una capacità manageriale strategica in grado di modellare la propria struttura organizzativa, non solo per conseguire al meglio gli obiettivi prefissati, ma anche per dare spazio ad innovazione e generazione di idee e proposte essenziali per la crescita ed il superamento di un periodo di crisi.

 

Ripartire dalle differenze, per uscire dalla crisi

Avere un approccio differenziato alla gestione del valore delle differenze in azienda significa dunque creare un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di far esprimere il potenziale individuale e utilizzarlo come leva strategica per il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione complessiva.  Mettere insieme ogni possibile risorsa, valorizzare talenti visibili e nascosti, ricercare l’innovazione laddove la distanza dal diverso non ci aveva permesso di vederla: ripartire dalle differenze, dunque, per uscire dalla crisi.

 

A cura di Federica Maiucci

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